
In un afoso pomeriggio d’estate, ci si diverte a sperimentare. Coinvolgendo Agata, mia figlia, ho preparato le Kohakutou (zucchero ambrato) le tipiche caramelle giapponesi dalla consistenza gelatinosa all’interno, grazie alla presenza dell’agar-agar e, croccante all’esterno, che rientrano nella categoria dei Wagashi, ovvero i dolci serviti nella cerimonia del tè.

Le caramelle in gelatina non sono mai state la mia passione, non tanto per l’aroma ma piuttosto per la consistenza in quanto non amo masticare cibi mollicci e un po’ viscidi….però l’uso della gelatina come strumento di decorazione mi attira alquanto. Dopo aver giocato con il Piping Gel (home made) e ArtGel di Gina Assini , non mi sono sottratta quindi a questa ricetta in quanto il risultato che si ottiene richiama alla creazione di gemme preziose, di cristalli. Vuoi che prima o poi non mi debbano servire per decorare qualche biscotto?
Naturalmente, anche in questo caso sono stati i lavori altrui ad ispirarmi, scovati grazie ad Istagram. A differenza di quanto si potrebbe pensare, il merito va a una cookier americana e non giapponese! Sto parlando di Pinar’s Patisserie che ha utilizzato la ricetta presentata da Liz Marek aka Sugar Geek Show. Come si legge nell’articolo del suo blog, ovviamente la scoperta della ricetta ha origine dalla consultazione del canale YouTube della giapponese Emmymade. Insomma, le persone a cui dare i credits oggi non mi mancano!

Ma veniamo alla ricetta, per altro facilissima!
Ingredienti
12 gr di agar-agar;397 gr di acqua fredda;680 gr di zucchero semolato; 2 cucchiaini di aroma a scelta (nel mio caso, alla rosa); gocce di colorante in gel.
Procedimento
Versare l’agar -agar in una pentola di medie dimensioni, mescolare e attendere 5 minuti affinchè assorba bene l’acqua. Accendere il fuoco a fiamma media e cuocere per 3 minuti, sempre mescolando, fintanto che l’agar-agar non si sia sciolto.. Aggiungere lo zucchero e sempre mescolando attendere l’ebollizione. Togliere il composto dal fuoco e aggiungere l’aroma. Versare in un contenitore di vetro o ceramica precedentemente oleato. Versare alcune gocce di colorante e mescolare con uno stuzzicadenti eseguendo dei movimenti circolari. Riporre in frigorifero per attendere la solidificazione (fotografia a sinistra). Ci vorrà all’incirca un’ora .
A questo punto, una volta estratta la mattonella (fotografia a destra), si può procedere con il ricavare i cristalli, direttamente con le mani (per ottenere una pietra grezza) strappandone piccoli pezzi, con una lama di un coltello (per ottenere l’effetto raffinato) oppure con un cutter per biscotti, come si può vedere nella foto sottostante.
Il composto si può anche inserire direttamente in piccoli stampi in silicone per riprodurre specifiche forme senza doverle intagliare. Come in questo esempio.
Successivamente, riporre le caramelle a riposare su un vassoio ricoperto con carta da forno, lasciato a temperatura ambiente e attendere la completa asciugatura che avverrà nel giro di 2-3 giorni. Le caramelle cristallo si conservano per due settimane, se riposte in un contenitore ermetico.
Approfondendo la mia ricerca in rete delle Kohakutou mi sono imbattuta in altre ricette che prevedono la stessa quantità di acqua e zucchero (anzichè quasi un rapporto di 1:2) e la conseguente diminuzione della quantità di gelificante.
Ecco come si presentano le caramelle dopo la fase di asciugatura (nel mio caso sono state sufficienti 24 ore).



Non sono bellissime? E vi dirò di più: inaspettatamente, le ho trovate pure buone!
Per dare un ulteriore tocco di preziosità alle caramelle cristallo, si possono sfumare gli spigoli con del colorante oro, ottenendo questo risultato.


Anche con il dettaglio in oro sono molto belle ma personalmente le preferisco senza, sarà perchè non amo molto utilizzare l’oro nei miei lavori……

Se vi è piaciuto questo racconto, non vi resta che mettervi all’opera perchè credetemi, il divertimento è assicurato. Io intanto volo con la fantasia, pensando a come utilizzerò prossimamente queste magnifiche Kohakutou.
Fotografia e post produzione: KM
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