Con la TORTA VESTITA DA TORTA preparata per Adele, si ripete l’emozione raccontata nell’articolo precedente, dedicato a Francesca. Il merito è tutto della loro mamma perchè appunto, Francesca e Adele sono sorelle!

In questo caso, il tema non è legato al passato ma alla recente passione di Adele: la fotografia! Tema che sento molto mio in quanto, come forse si sarà intuito, la fotografia è una delle mie passioni più grandi, che pratico da anni ma sempre da autodidatta. Tutte le foto di questo blog sono scattate ed editate da me. Per chi non l’avesse colto, le iniziali KM con cui a ogni finale di articolo specifico l’autore delle foto, sono le mie!

L’origine di tutto è stato mio padre, anch’egli appassionato, che all’età di 14 anni mi regalò una Canon Reflex AE 1. Correva l’anno 1982. Con quella camera ho fotografato pezzi della mia vita e quella degli altri fino al 2009, anno in cui con la nascita di Agata, la mia secondogenita, acquistai una Nikon D3000. A distanza di undici anni, ovviamente il mercato offre strumenti sempre più evoluti ma io per ora non l’abbandono. A raccontarla proprio tutta, confesso che ultimamente, sto utilizzando con molta più frequenza il telefonino, perchè diciamolo, è più comodo e grazie alle svariate applicazioni si possono ottenere risultati decenti. E così, con l’avvento dei cellulari e soprattutto degli smartphone tutti si improvvisano fotografi, fissando i momenti della propria esistenza, a tratti, anche a livello ossessivo.
La fotografia è un’altra cosa, però. Per essere un vero fotografo bisogna avere competenze tecniche non da poco, cosa che io non ho perchè non l’ho mai studiata. Per essere un vero fotografo, a parer mio, non puoi non saper fotografare su pellicola, anche se ormai è quasi obsoleta. E’ un boomer pensiero, non vogliatemene! Per essere un bravo fotografo bisogna però anche saper trasmettere emozioni perchè la fotografia è comunicazione. E’ questo l’unico aspetto che sento di avere in modo naturale e grazie a cosa seppe trasmettermi mio padre, grande diffusore di Bellezza.
La Rollei che vedete nelle foto di oggi (nello specifico Rolleicord), infatti era sua ed è uno dei pochi oggetti che mi sono rimasti di lui. Con quella fotocamera fece a me e a mia madre un sacco di fotografie.
Tenevo la Rollei nella sua custodia in pelle marrone, chiusa in un armadio, come per proteggerla affinchè non si rovinasse. Ricordo bene quando la usava: in un certo senso era magica, con quelle sue serrandine a scatto in cui dall’alto verso il basso si “infilava” l’occhio aperto per inquadrare un soggetto. All’epoca cioè negli ’70, la Rollei era la macchina dei fotografi di professione. Per lui, potersela permettere fu una conquista per cui, io bambina non avrei mai potuto maneggiarla, perchè se l’avessi mai danneggiata sarebbero stati guai! Forse è proprio per questo che quella Rollei non è mai uscita dall’armadio in cui l’ho riposta nel l momento in cui, dopo la sua morte, la moglie me la diede in regalo. La paura di rovinarla l’aveva resa sacra, come ogni cosa di mio padre del resto. E’ sempre stato così quando era in vita e ora che non c’è più, a maggior ragione, sono io ad aver bisogno di fare in modo che questi oggetti durino per sempre.
La torta di Adele, è stata l’occasione per far uscire la Rollei dall’armadio e dalla sua custodia in quanto, come sempre, cercavo un contesto adatto per raccontare i miei biscotti. La migliore interpretazione è sicuramente quella che danno le persone ogni volta che vedono i loro biscotti dal vivo ma la fotografia è ciò che da a me l’opportunità di renderli eterni.
Ho provato così finalmente a maneggiare la fotocamera, infilando l’occhio aperto nelle serrandine…..con la consapevolezza di non essere assolutamente in grado di fare una fotografia. Dovesse mai esistere un corso di fotografia per la Rollei, mi iscriverei. Il tempo per imparare da mio padre non c’è stato. Purtroppo.
Intanto ora, la Sua Rollei è su un mobile del mio salone, in bella mostra, in tutta la sua sacra Bellezza.

Tornando a parlare delle torta, mi vorrei soffermare sui dettagli che accomunano due biscotti su quattro: le lenti degli occhiali e delle fotocamere sono in gelatina, o meglio, in Piping Gel Wilton. Come ricorderete, oltre ad aver imparato a realizzare il piping gel home made (clicca qui), per fare gli occhiali di precedenti cookie dolls (clicca qui), avevo utilizzato il prodotto Argel di Gina Assini. In questo caso, ho voluto finalmente provare il prodotto Wilton, di cui sinceramente non mi fidavo tanto, rispetto ai tempi di asciugatura. Artgel assolve bene questo compito ma non può essere applicato direttamente sulla ghiaccia reale perchè una volta asciutto non vi aderisce e si stacca quindi gli occhiali, in questo caso, devono essere creati a parte e poi applicati sul viso della bambolina. Il piping gel invece può essere applicato direttamente sulla ghiaccia asciutta perchè vi aderisce perfettamente, creando un tutt’uno. Ricordate l’effetto vernice delle scarpe e accessori della Paper Doll Mademoiselle? (clicca qui).
Non avendo il tempo materiale di preparare il piping gel, ho quindi optato per quello già pronto. Inoltre ho anche provato ad utilizzarlo per l’effetto ghiaccia trasparente: funziona perfettamente, anzi, ancor meglio! L’unico inconveniente, come supponevo, è il tempo di asciugatura: il Piping Gel Wilton non si asciugherà mai completamente come quello fai da te. Pur fissandosi, anche dopo tre giorni, rimarrà sempre leggermente appiccicoso ma senza compromettere il risultato che avete ottenuto quindi, per quel che mi riguarda, il Piping Gel Wilton ha superato brillantemente il test.


Tagliabiscotti:
- Doll Postrediccion con modifica alla gonna
- Fotocamera ricavata a mano
- NUmeri Wlton
Fotografia e produzione: io!