
Oltre al teatro, anche la danza ha rappresentato una parte significativa della mia vita. In età non proprio più fanciullesca, avevo 27 anni e mi ero da poco separata (la prima volta), trascinata da un’amica, mi iscrissi a un corso di danza Modern jazz presso “Danzicherie” una scuola della mia città. Finalmente! Eh già, finalmente….perchè sin da bambina avrei sempre voluto danzare ma non fui assecondata dai miei genitori. Se ora i bambini già in tenerissima età, sono subissati di attività ludico-sportive, ai miei tempi, a parte qualche eccezione, la tendenza era diametralmente opposta: le occasioni di sperimentare discipline artistiche o sportive venivano offerte dalla scuola stessa o nell’ambito di altre agenzie educative quali gli oratori o doposcuola, a cui i nostri genitori delegavano volentieri tale funzione. Ora, se tuo figlio non pratica almeno uno sport, non prende lezioni di inglese da insegnante madrelingua e non suona almeno uno strumento, come minimo ti devi sentire un incapace, a rischio di segnalazione al Telefono Azzurro.

La vita fortunatamente, prima o poi, se lo sai riconoscere, ti regala l’opportunità di recuperare il tempo perduto….e così scopri che iniziare a danzare a 27 anni non è tardi….certo, dovrai abbandonare il sogno di diventare un etoile del Royal Ballet di Londra, ma che importa….l’importante è lasciarsi trasportare dalla musica, divertendosi!Per ben 9 anni, ho frequentato “Danzicherie”, conoscendo sia laDanza Modern Jazz che la Danza Contemporanea ma soprattutto incontrando persone con le quali, a distanza di 14 anni (smisi di danzare quando rimasi incinta del mio primo figlio), sono rimasta molto legata: dai proprietari della scuola, all’amica del cuore, conosciuta proprio a lezione, e al mio amico del cuore, nonchè creatore dei costumi per lo spettacolo di fine anno….comunemente detto “saggio”….Eh sì, anche noi, allievi adulti della scuola avevamo il nostro momento di gloria, calcando le scene del Teatro storico della città, in una calda sera di Giugno.

Sono stati anni bellissimi. Quella scuola era una casa, un punto di riferimento, un luogo culturalmente arricchente ma al tempo stesso affettivamente rassicurante, dove dal punto esclusivamente tecnico non vi erano “etoile” ma tutti, proprio tutti (anche quelli meno coordinati e aggraziati), grazie all’immensa bravura delle insegnanti (Maria Cristina Fontanelle e Tiziana Ferro), erano importanti e “utili” in funzione della coreografia. In quelle calde sere di Giugno, il pubblico non assisteva ad un saggio accademico ma a un vero e proprio spettacolo di danza.


La danza, o meglio quegli anni di danza, mi mancano tantissimo. Da un lato, sento che il mio corpo ne avrebbe bisogno (se sono attratta da una musica piacevole, sento un immediato bisogno di muovermi) ma dall’altro lato, proprio come la giraffa, mi sento fisicamente a pezzi….(dovessi anche solo fare un pliè in questo preciso momento, rimarrei bloccata!), insomma: non ce la potrei fare…!

A proposito di giraffa, ecco gli inconvenienti del mestiere. Durante lo shooting fotografico, la ballerina ha perso l’equilibrio ed è caduta sulla giraffa, mozzandole la testa. Ero così affezionata a quella giraffa (a dire il vero a tutto il set-realizzato con tagliabiscotti e stencils di Lubimova Cookie Cutters), che ho scelto di fotografarla e quindi di mostrarvela comunque! Ne approfitto anche per farvi notare un altro difetto della povera giraffa: se osservate bene, sul corpo all’altezza della zampa sinistra (destra per chi guarda), compare una macchia d’unto, dovuta al fatto che il burro, presente nella frolla, ha trasudato intaccando la ghiaccia asciutta. Gli aloni di unto sono lo spauracchio di noi decoratrici di biscotti con la ghiaccia reale…. tant’è che per evitare il più possibile che ciò accada, adottiamo la strategia di far riposare i biscotti capovolti su carta assorbente da cucina, per almeno due giorni, prima di decorarli. Nonostante questo accorgimento, a volte, quelle antiestetiche macchie compaiono comunque. Infatti, è proprio il caso di questo set di biscotti che è stato a riposo per ben più di due giorni! Siccome non è la prima volta che mi succede, ho provato a ipotizzare alcune cause ulteriori.
- Tempi eccessivi di permanenza dei biscotti nell’essicatore. La frolla surriscaldandosi, rilascia ulteriore grasso del burro. Vi ricordo infatti, che il tempo ideale di asciugatura nell’essicatore impostato a 40°, non dovrebbe superare i 20-25 minuti
- Contatto tra la superficie ghiacciata e le briciole prodotte dai biscotti sovrastanti. Questo accade quando si inseriscono più biscotti contemporaneamente nell’essicatore. I vassoi dell’essicatore sono forati quindi, nel momento in cui vengono impilati, non necessariamente solo nella fase di asciugatura ma anche quando semplicemente si riordinano i biscotti, è probabile che alcune micro briciole cadano sulla superficie ghiacciata dei biscotti sottostanti, andando quindi a generare le famose macchie. Per questo motivo, nella fase di asciugatura, ho escogitato lo stratagemma di ricoprire ogni base dei vassoi con della carta da forno o scottex, per evitare la caduta delle briciole. In questo modo, si possono tranquillamente impilare i vassoi sia nella fase di asciugatura che in quella di riposo.

Fotografia e post produzione:KM